

Nato a Lucerna nel 1954, Hug dal 1972 al 1975 ha frequentato la Fachklasse für Keramik alla Kunstgewerbeschule di Berna.
Dopo gli studi ha lavorato per oltre trent’anni in Italia gestendo il proprio laboratorio a Figline Valdarno, Firenze, trovando ispirazione nella ceramica tradizionale italiana: argilla a bassa temperatura, colori vivaci e un approccio teatrale, come scrisse una volta Ettore Sottsass. A metà degli anni '80, Hug ha iniziato a collaborare con Alessio Sarri Ceramiche di Sesto Fiorentino nella produzione di ceramiche per gli studi di design del gruppo Memphis (Sottsass, Mendini, Sowden, Thun). Gli oggetti prodotti sfidano il "buon" gusto e la "buona forma" dell'epoca, risultando innovativi e stimolanti. Tra il 1988 e il 2006, Hug ha gestito un laboratorio a Como, sviluppando prototipi e produzioni per artisti e designer di fama internazionale, come George Sowden, Giuseppe Chigiotti, Christian Hartmann, Stefano Casciani, Fabrice Domercq, Emanuel Babled e molti altri. Dal 1991 al 2021, ha sviluppato produzioni ceramiche per istituzioni sociali. Dal 2006, ha un laboratorio di ricerca e sperimentazione a Castel San Pietro. Questa è la sua prima mostra personale in Ticino.
Da circa dieci anni, Felix Hug si occupa, ed è proprio questo che propone nella mostra di Tegna, di ciò che si nasconde “sotto” il processo ortodosso della lavorazione della ceramica. Ad esempio, nella serie "serigrafati", Hug ha lavorato con stoviglie già esistenti, progettate, prodotte e utilizzate altrove. Le stoviglie, dopo aver completato un primo ciclo di utilizzo, finiscono nel negozio dell'usato. La revisione di Hug consiste in aggiunte che dialogano con l'arredo esistente, modificandone il significato. Le parole legate alle emozioni o l'introduzione di figure modificano il carattere puramente ornamentale della decorazione, disorientando lo spettatore e invitandolo alla riflessione.
Le opere "Libertà è assenza di scelta" (2015) mostrano come l'intervento di Hug renda impossibile la funzione primaria del piatto, ossia contenere il cibo. I piatti tagliati non possono più svolgere il loro scopo originario, ma diventano lettere dell'alfabeto che, messe insieme, formano parole e nuovi significati.
Nel suo ultimo lavoro, “senior citizens” (2024), Felix Hug si interessa agli aspetti "metafisici" degli oggetti e dei materiali di uso quotidiano. Il suo lavoro esplora cosa succede a questi oggetti durante e dopo la loro "vita attiva". Le caffettiere, protagoniste della commedia dell'esistenza, hanno perso la loro funzione e diventano testimoni di rituali passati, pezzi del puzzle della nostra memoria. Con la perdita del loro significato originario, acquisiscono nuovi significati e possibilità di espressione. Hug cerca il confronto della ceramica con altre culture materiali, cambiando la percezione sensoriale di oggetti noti e portandoli oltre il loro semplice utilizzo.
In omaggio a Carlo Mazzi, Hug ha voluto inserire una sua ceramica all'interno della mostra. Questo gesto simbolico non solo rende omaggio al lavoro di Mazzi, ma sottolinea anche l'importanza della continuità e del dialogo tra le generazioni di ceramisti.
La mostra alla Galleria Carlo Mazzi di Tegna offre l’opportunità di esplorare il mondo creativo di Felix Hug e apprezzare la sua abilità nel trasformare materiali e significati, invitando il pubblico a riflettere e riscoprire la ceramica in un modo completamente nuovo.